Lettera al Consiglio di Stato del Cantone Ticino
Egregio presidente Manuele Bertoli,
Onorevoli Consiglieri di Stato,
La Rete Nateil14Giugno, di cui fanno parte associazioni sindacali, politiche, culturali e sociali, nel corso dei mesi di marzo-maggio ha organizzato il Ciclo di conferenze NOMEN OMEN: la verità delle parole sui temi del linguaggio, dei luoghi comuni, dell’impatto delle immagini e della narrazione della violenza nei media, incontri che hanno suscitato molto interesse presso il pubblico come pure un pubblico di giornalisti e giornaliste.
Nell’ultimo incontro dello scorso 7 maggio, abbiamo avuto il piacere di ospitare la professoressa Flaminia Saccà e la dottoressa ricercatrice Beatrice Belmonte dell’Università della Tuscia che hanno presentato gli intendimenti del Progetto Step e i risultati dell’indagine su stereotipi e pregiudizi, prendendo in esame un corpus di oltre 16’000 articoli sul tema della violenza di genere.
Le ricerche condotte dal Progetto Step rientrano nell’ambito del programma finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano – Dipartimento per le Pari Opportunità per promuovere la prevenzione della violenza contro le donne, anche in attuazione della Convenzione di Istanbul. Nello specifico, il progetto ha quale obiettivo quello di attivare campagne di educazione e comunicazione che contribuiscano a promuovere cambiamenti nei comportamenti socio-culturali, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.
STEP si propone in particolare di indagare gli stereotipi e i pregiudizi che colpiscono la donna vittima di violenza in ambito giudiziario, nelle forze dell’ordine e nella stampa. Il progetto ha previsto due principali linee di azione: la RICERCA sulla rappresentazione socio-culturale della violenza contro le donne in ambito giuridico (analisi delle sentenze) e nel linguaggio dei media (analisi della rassegna stampa); l’attività di FORMAZIONE rivolta ai diversi target sociali e professionali del progetto (magistrate/i; avvocate/i; rappresentanti delle forze dell’ordine; giornaliste/i; studenti universitari).
Siamo convinte che conoscere quali siano le principali rappresentazioni da parte dei media e degli ambiti giudiziari, può permettere di intervenire con più chiarezza ed efficacia nel rimuovere quei pregiudizi che ancora troppo spesso impediscono alle vittime, donne, ma anche uomini, di prendere la parola per timore di non essere credute e subire una ulteriore condanna “sociale” o, come viene tecnicamente indicata, essere vittime di una vittimizzazione secondaria (tramite i media) e terziaria (nelle procedure giuriziarie).
All’Università della Svizzera italiana sono presenti due istituti importanti, l’Istituto di diritto e l’Osservatorio europeo di giornalismo che potrebbero farsi promotori di una ricerca simile al Progetto STEP per tutto il territorio nazionale – in collaborazione con altri atenei specializzati presenti in Svizzera. I risultati porterebbero delle competenze specifiche necessarie a promuovere interventi efficaci di formazione di base e continua indirizzati ai professionisti e alle professioniste che operano nell’ambito del giornalismo e nel campo giudiziario e di polizia a livello nazionale e cantonale. Si tratta di diffondere una cultura giornalistica e giudiziaria più idonea ad affrontare il fenomeno della violenza di genere, così come auspicato dalla Convenzione di Istanbul.
Chiediamo al Consiglio di Stato, al Rettore Boas Erez dell’Università della Svizzera italiana, alla Presidente Monica Duca Widmer del Consiglio dell’USI di prendere in esame la proposta di indagine nell’ambito dei media e in quello giudiziario al fine di raccogliere elementi conoscitivi affinché si possano attivare misure specifiche da integrare al Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica e di genere.
Persuase della necessità di intervenire in modo incisivo su quei fattori culturali che ancora producono una rappresentazione sociale distorta della violenza, riteniamo con questa proposta di contribuire a lottare contro questo fenomeno indicato da molte/i autori/autrici come un fenomeno pandemico con gravi ripercussioni individuali e collettive.
La Rete nateil14giugno.ch
Di cui fanno parte le seguenti associazioni:
- Coordinamento donne della sinistra
- UNIA Ticino e Moesa
- Organizzazione Cristiano Sociale ticinese OCST
- SEV -Sindacato del personale dei trasporti
- VPOD Ticino -Sindacato dei servizi pubblici e sociosanitari
- syndicom – Sindacato dei media e della comunicazione
- SSM – Sindacato svizzero dei mass media
- Forum Alternativo
- Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA)
- SOS Ticino
- GISO gioventù socialista
- Associazione Donne PPD
- Associazione AvaEva
- Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino
- Le Giovani verdi
- Associazione Dialogos
- POP – Partito operaio e popolare
- Casa Armònia
Copia:
al Rettore Boas Erez dell’Università della Svizzera italiana
alla Presidente Monica Duca Widmer del Consiglio dell’USI
al Coordinamento istituzionale violenza domestica