Gina La Mantia, vicepresidente del Gran Consiglio, ha depositato lo scorso 19 novembre 2021 presso i Servizi del Gran Consiglio un’iniziativa parlamentare, ispirata alle schede dell’Agenda 54 2019-2023, per sostenere le donne vittime di violenza nel percorso di autonomia finanziaria attraverso il mantenimento e la ricerca di impiego grazie a figure specializzate.
Ecco il testo
Iniziativa parlamentare
presentata nella forma elaborata da Gina La Mantia e cofirmatari/-e per la modifica dell’art. 5 della Legge sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc) – aggiunta di un nuovo capoverso per il sostegno al collocamento per persone che hanno subito violenza domestica, indipendentemente dal permesso di soggiorno.
19 novembre 2021
In Svizzera dall’inizio dell’anno ad oggi si contano 25 femicidi consumati (di cui 2 in Ticino) e 11 femicidi tentati (di cui 1 in Ticino)[1]. L’emergenza della violenza domestica e di genere è sotto gli occhi di tutti noi ed è stata discussa intensamente in parlamento durante la recente sessione del mese di giugno 2021. Inoltre abbiamo appreso con soddisfazione dalla stampa che il DSS promuove, durante il mese di novembre, una campagna “30 giorni per rompere il silenzio” per sensibilizzare la popolazione sulla violenza[2].
In occasione della ricorrenza internazionale dei 16 giorni contro la violenza sulle donne, chiediamo pertanto a questo Gran Consiglio di fare un ulteriore passo per una miglior presa a carico delle vittime, sostenendo loro nel percorso di (ri)trovare una vita indipendente dal lato economico di modo che si possano emancipare e liberare dalla relazione tossica.
L’accesso al lavoro rappresenta per le donne che subiscono o hanno subito violenza un mezzo per riconquistare fiducia in sé stesse, valorizzare le proprie competenze, ri-socializzare e uscire dal proprio domicilio per un momento di tregua durante la giornata. Il lavoro permette ugualmente di acquisire maggiore autonomia finanziaria e di allontanarsi più facilmente dall’aggressore, riducendo i rischi di conseguenze negative sul loro stato psico-fisico.
Le persone in situazione di violenza domestica faticano a trovare o mantenere un lavoro, da un lato perché mancano di energie e lucidità per candidarsi e presentarsi ai colloqui, dall’altro lato perché spesso sono assenti senza giustificativo o arrivano in ritardo a causa degli impedimenti che mette in atto l’aggressore. Gli autori di violenza domestica adottano delle strategie per isolare la vittima, le quali hanno delle ripercussioni sulle probabilità di trovare o mantenere un lavoro.
Per questi motivi proponiamo la creazione di un servizio di sostegno al collocamento per persone che hanno subito violenza domestica o di genere, indipendentemente dal permesso di soggiorno.
Riteniamo importante garantire questo servizio a tutte le vittime di violenza domestica,
indipendentemente dal tipo di permesso di soggiorno perché secondo l’attuale Legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrl), è relativamente facile ottenere un permesso di ricongiungimento familiare quando un membro della famiglia è in Svizzera, ma è difficile ottenerne il rinnovo se un membro della famiglia abbandona il domicilio comune. Questo pone le vittime in una situazione di dipendenza dall’aggressore poiché, in caso di abbandono del domicilio comune, rischiano di perdere il permesso di dimora.
Essendo già a disposizione numerosi strumenti per l’inserimento professionale e per l’aiuto alle vittime, la nostra proposta verte sull’identificazione di una persona specializzata che si occupi, con un’adeguata base legale, dell’inserimento professionale delle vittime di violenza domestica – indipendentemente dal permesso di soggiorno – e che possa fungere da intermediatrice tra la vittima da ricollocare e i servizi preposti sul territorio.
Proposta di modifica all’Art. 5 della Legge sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc)
Sostegno al collocamento per persone che hanno subito violenza domestica.
Art. 5c nuovo
1 L’autorità competente può autorizzare le persone disoccupate o senza occupazione che hanno subito violenza domestica a partecipare a misure di sostegno alla ricerca d’impiego, indipendentemente dal permesso di soggiorno.
2 Per l’inserimento professionale è a disposizione un accompagnamento specializzato.
3 I costi di partecipazione ai provvedimenti autorizzati sono assunti dal Cantone.
4 Il Consiglio di Stato precisa, tramite regolamento, la procedura d’autorizzazione, i costi di partecipazione massimi, le condizioni di concessione e le modalità dell’accompagnamento specializzato.
Gina La Mantia
Anna Biscossa, Simona Buri, Claudia Crivelli Barella, Fabrizio Garbani Nerini, Cristina Gardenghi, Raoul Ghisletta, Sara Imelli, Carlo Lepori, Daria Lepori, Tamara Merlo, Maura Mossi Nembrini, Daniela Pugno Ghirlanda, Matteo Quadranti, Laura Riget, Nicola Schönenberger, Fabrizio Sirica
[1] Fonte: Stop Femizid – Link
[2] Comunicato stampa del DSS del 2 novembre 2021 – Link
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